Novità salienti del 2022

Il 2022 ha visto numerose nuove pubblicazioni in tema di gestione e prevenzione della malattia diabetica.

Studio “EMPRISE”: un’osservazione di coorte per valutare empagliflozin nei pazienti con diabete mellito di tipo II

I dati osservazionali forniscono importanti informazioni sul trasferimento delle evidenze degli studi clinici a particolari sottogruppi di pazienti non adeguatamente riportati negli studi di fase III, rilevando profili di sicurezza nel contesto della pratica clinica. Lo studio “EMPagliflozin CompaRative effectIveness and SafEty” (EMPRISE) ha valutato, in un’osservazione di coorte, l’efficacia, la sicurezza e l’impatto sui sistemi sanitari di empagliflozin, sulla base di dati real-world per un periodo di cinque anni dalla data di approvazione di empagliflozin negli Stati Uniti.
I pazienti, maggiorenni e con diabete mellito di tipo 2, che assumevano empagliflozin sono stati confrontati con pazienti che invece assumevano inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP4i). I risultati dello studio hanno mostrato che, in confronto a questo secondo gruppo di pazienti, empagliflozin è associato a un rischio sostanzialmente ridotto di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco e mortalità per tutte le cause e a un rischio simile di infarto miocardico o ictus nel real-world. Si conferma, dunque, l’effetto di prevenzione primaria dello scompenso cardiaco, ossia della capacità di contrastare il peso sfavorevole del diabete mellito nell’incidenza di scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta o preservata, recentemente incorporato con raccomandazione di tipo 1 nelle linee guida della società europea di cardiologia (ESC) sullo scompenso rilasciate nel 2021.

Studio “EMPEROR-Preserved”: SGLT2 inibitori e frazione di eiezione nello scompenso cardiaco

I farmaci inibitori dei trasportatori sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2i) sono stati identificati nelle ultime linee-guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) come uno dei quattro pilastri della gestione dello scompenso cardiaco a ridotta frazione di eiezione (HFrEF). A oggi, rimaneva non nota la possibile efficacia terapeutica degli SGLT2i in pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata (HFpEF). Recentemente, i risultati dello studio “Empagliflozin in Heart Failure with a Preserved Ejection Fraction” (EMPEROR-Preserved), un trial randomizzato, multicentrico in doppio cieco, controllato, hanno suggellato l’efficacia dell’SGLT2i empagliflozin sui principali outcomes cardiovascolari in pazienti con HFpEF.
L’EMPEROR-Preserved è il primo trial per la classe di farmaci SGLT2i a dimostrare che l’efficacia di empagliflozin si estende a tutto lo spettro fenotipico nell’ambito dello scompenso cardiaco, ponendo il quesito se sia ancora necessario valutare la frazione d’eiezione nell’indicazione clinica all’utilizzo di questi farmaci. La valutazione della frazione di eiezione ventricolare sinistra, anche in base alle linee guida ESC, rappresenta il principale par

La combinazione SGLT2-i/GLP1-RA per contenere il rischio delle complicanze del diabete mellito di tipo II

A causa della complessità patogenetica del diabete mellito di tipo II, in cui gli effetti di difetti multipli a livello di diversi organi e apparati contribuiscono all’iperglicemia, non è sorprendente che la manipolazione farmacologica di uno solo di questi difetti non sia in grado di produrre un robusto e sostenuto controllo dell’emoglobina glicosilata A1c (HbA1c) nel tempo. Le raccomandazioni terapeutiche di alcune società scientifiche, già da qualche anno, arrivano a proporre un intervento farmacologico combinato sin dalle prima fasi di insorgenza clinica della malattia. Gli SGLT2-i e i GLP-1-RA hanno dimostrato di modificare la storia naturale del paziente con diabete mellito di tipo II riducendo il rischio di malattia cardiovascolare e della progressione della malattia renale.
Nel momento dell’intensificazione terapeutica, la combinazione SGLT2-i/GLP1-RA costituisce un’opzione robusta sia allo scopo di ottenere gli obiettivi terapeutici strettamente metabolici sia per contenere il rischio delle complicanze del diabete mellito di tipo II. Gli algoritmi terapeutici delle società scientifiche considerano questa terapia di combinazione un’opzione da considerare prioritariamente, specialmente nei pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato ed elevato quando l’obiettivo terapeutico non è pienamente raggiunto.

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